Dove vanno i droni
Come spesso accade in ambito tecnologico, anche i droni sono passati da un piano prettamente militare ad uno più “consumer”. Dagli Ar Drone di Parrot che si comandano attraverso smartphone all’utilizzo dei droni in agricoltura, come nel caso del Precision Farming (agricoltura di precisione) umbro. TeamDev, software house umbra, ha deciso in questi ultimi anni di puntare all’innovazione investendo nello sviluppo di soluzioni GIS (Geographic Information System) assieme alle innovazioni nel campo dei droni. Tale decisione si basa sulla forte convinzione che nuove tecnologie possano dare un contributo sia allo studio e allo sviluppo del territorio sia alla prevenzione di calamità naturali. Ciò ha spinto l’azienda a creare il progetto “GEOCARE” insieme all’Istituto Agrario “Ciuffelli-Einaudi” di Todi per promuovere appunto la ricerca sperimentale ma anche la formazione all’uso di strumenti innovativi per il Precision Farming. Attraverso una stretta collaborazione con l’azienda Siralab Robotics, specializzata nella progettazione e produzione di UAV , si stanno sviluppando software per la creazione di mappe di vigoria attraverso l’utilizzo di mini-UAV.
Uno degli utilizzi più comuni dei moderni droni è quello della sorveglianza di aree particolarmente a rischio, come ad esempio quelle colpite dal terremoto in Emilia. In particolare è balzato alle cronache il volo del drone radiocomandato sulla chiesa arcipretale di San Felice sul Panaro. All’interno venne scoperto il parroco della chiesa che attendeva la protezione civile per mettere in salvo alcune delle opere d’arte presenti nell’edificio, tra cui un crocifisso ligneo donato dalla famiglia Pio nel 1700.
L’evoluzione dei droni
Con il tempo il concetto di drone è stato ulteriormente specializzato in ambito militare quando durante la prima guerra mondiale venne lanciato il primo aereo senza pilota, l’Aerial Target, che nel 1916 veniva controllato a distanza tramite radio. I finanziamenti al settore militare permisero di migliorare oltremodo i droni realizzando i primi modelli di aerei radiocomandati in scala, successivamente dati in dotazione all’esercito statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale e poi in Vietnam. Anche l’Italia entrò nel giro della produzione di droni, specialmente negli anni ’70 con la realizzazione del CL-89 e subito dopo con l’adozione del Mirach 20 e deimodelli RQ-1 Predator realizzati dalla General Atomics .
Dobbiamo ricordare che molti parlano della responsabilità oggettiva del controllo dei droni per la quale il traffico aereo dei droni dovrebbe essere equiparabile a quello aereo militare. La politica e le regola nei confronti dei droni dovrebbe quindi considerarli come mezzi di invasione territoriale, un atto ostile contro il paese che subisce l’ingresso nei cieli di questi mezzi spesso utilizzati per spionaggio e attività federali
Come nascono i droni
I droni, o meglio aeromobile a pilotaggio remoto (APR), sono velivoli tecnologicamente avanzati senza piloti umani a bordo. Per questo il volo viene controllato in remoto anche a notevole distanza oppure con telecomandi da terra. Sebbene nasca in ambito militare, il loro utilizzo è ampio anche nelle applicazioni civili come quelle messe in atto da gruppi di soccorso (prevenzione, ricerca, prelevamento) o di monitoraggio ambientale. Il primo modello di drone venne realizzato dall’esercito austriaco quando nel 1849 cercarono di attaccare Venezia attraverso l’utilizzo di palloni carichi di esplosivo , lanciati a distanza. In quel caso l’esperimento riuscì a metà visto che molti palloni, spinti dal vento, caddero sulle forze austriache prima di raggiungere la laguna.
Curiosità sui droni
Il termine “droni” oggi evoca per lo più scene di assassini a distanza in Pakistan e Afghanistan, eseguiti da aerei americani senza pilota nell’ambito della così chiamata Guerra al Terrore; dove a rimetterci la pelle, accanto ai terroristi, sono spesso persone innocenti.
Forse per questo gli addetti ai lavori preferiscono chiamarli in altro modo: Uav, per esempio, acronimo di Unmanned Aerial Vehicle; oppure Rpas, ovvero Remotely Piloted Aircrafts Systems.
Un’operazione di cosmesi terminologica tanto più necessaria, quanto più si avvicina il momento in cui questi apparecchi entreranno a far parte della vita quotidiana.
Sganciati dal ruolo militare, i droni si candidano a giocare un ruolo importante in moltissime applicazioni civili.
In primis quelle legate al controllo del territorio: questi insetti d’acciaio, che al posto degli occhi hanno delle videocamere e al posto delle ali dei rotori, si stanno già rivelando preziosi nella lotta agli incendi e alla criminalità, per il monitoraggio ambientale e delle colture agricole, nella gestione di operazioni di ricerca e soccorso, e del traffico automobilistico.
Gli esperimenti in corso sono molteplici.
La Dea, l’agenzia federale antidroga americana, a seguito di un accordo con il Messico, si serve ad esempio di droni per sorvolare i cieli di là del confine spiando i movimenti dei narcos.
In Australia vengono usati da diversi anni in ambito minerario, per consegnare parti di ricambio, mappare la conformazione del suolo, sorvegliare a distanza il movimento dei camion.
Esacottero (chiamato così perché dotato di sei rotori) dell’emittente viene adoperato per riprendere dall’alto eventi sportivi di vario tipo, dal calcio al cricket, dalla Nuova Zelanda al Brasile.
Più vicino a noi, a Torino, la polizia se ne è servita per contrastare lo spaccio di droga nel quartiere di San Salvario, e la troupe di Rai Sport per riprendere la maratona cittadina del 2012..
Li usano anche videomaker professionisti e dilettanti, paparazzi alla ricerca di scoop, aziende interessate alla manutenzione di grandi impianti industriali che preferirebbero poter individuare eventuali guasti da remoto, invece di dover inviare sul posto operai costretti a lavorare su gigantesche impalcature, in condizioni spesso difficili e pericolose.
Un esempio limite di questo tipo di intervento, si è avuto nel caso dell’incidente alla centrale giapponese di Fukushima, quando dei droni Global Hawk americani furono inviati per verificare le condizioni dei reattori nucleari, là dove nessun umano avrebbe potuto spingersi per via delle radiazioni..
Che gli aerei senza pilota possano rivelarsi di grande utilità in molteplici ambiti, insomma, pare ormai assodato; e col tempo riusciranno forse anche a liberarsi dello stigma guerresco, come è accaduto del resto per molte altre innovazioni tecnologiche nate per scopi bellici.
Per il momento, tuttavia, continuano a fare un po’ di paura.
Foto Aeree – Foto Droni
Gallery di Foto di Droni e “pubblico” dell evento Belli&Bravi presso Addestramento Cani Lupus in Fabula
Appena possibile caricheremo anche foto aeree dell’evento ed anche degli altri filmati.
Tornate a trovarci presto.
Evento Belli e Bravi – Lupus In Fabula – Riprese Aeree
Come promesso metto online il primo video ripreso con drone presso il centro di addestramento cani di Luca Meneghetti a Inzago(MI).
E’ il più bello ed è un montaggio di riprese aeree del campo addestramento e della zona circostante.
poi metterò online anche un altro video in cui i droni sono al centro dell’attenzione e nei prossimi giorni anche degli “spezzoni” di ripresa aerea senza montaggio.
Spero che vi piacciano. Sotto all’articolo potete commentare.
E’ un sito che si sta sviluppando, il vostro contributo ci fa piacere.
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Nel nostro sito troverete alcune informazioni su cosa si può fare con un drone radiocomandato.
Di cosa si parla nel sito:
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Perchè fare riprese aeree con un drone?
Perchè fare riprese aeree con un drone?
Questa è la domanda che verrebbe a tutti da fare.
La risposta è semplice: perchè:
- costa molto di meno che farle con aereo, elicottero o palloni aerostatici
- non occorrono particolari permessi di sorvolo
- si raggiungono aree non raggiungibili con altri mezzi
- la qualità che si può ottenere è molto alta